martedì 10 novembre 2015

GIOVANE, BELLA E RICCA

Tre parole che la identificavano: giovane, bella e ricca. Io ero un pò l'opposto: ancora giovane ma non giovanissimo come lei, brutto e povero.
Lei era mia luce, io la seguivo, obbedivo e la mia vita si illuminava della sua bellezza e dei suoi successi.
Vivere di luce riflessa di qualcuno è una sensazione particolare. La mia vita perdeva senso senza la sua presenza.
Ero come un pianeta che girava intorno a una stella senza l'energia della stella rimanevo completamente sterile.
Lavorare per lei significa avere sempre in testa lei, ogni attimo della giornata.
Lei era ormai diventata una professionista conosciuta e richiesta nel suo campo ed io ero orgoglioso di questo. Ero orgoglioso di poter conoscere la sua più profonda intimità: di prepararle da mangiare, di pulirle i vestiti, di seguire i suoi amanti, di pulire il bagno quando si dimenticava di tirare lo sciacquone..si anche quello... più la sua stella cresceva, più si allontanava dalla dura realtà che noi mortali viviamo quotidianamente. Si era sviluppato in me una sorta di feticismo: tutto quello che lasciava mi attirava.. dalle sue feci,ai resti del mangiare, alla sua urina fino alle suole delle sue scarpe.
Lei era molto sicura di se e non tanto generosa con me, anzi per niente. Non è che mi trattasse male però mi teneva a distanza. Nella sua casa di 150 mq mi lasciava la mia cameretta, dove dovevo stare quando non lavoravo. Li mangiavo, dormivo e passavo il mio poco tempo libero. Il mangiare me lo compravo da solo e avevo un mio frigorifero. Potevo usare la cucina ma chiaramente se non disturbavo. Avevo chiaramente un bagno tutto mio.....
Ma e poi mai un gesto di tenerezza verso di me, li dall'alto della sua stella mi trattava sempre con distacco professionale. Io ero e rimanevo il suo assistente, io suo tuttofare, chi pagato si sobborcava delle fatiche quotidiane al posto suo.



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